La transizione energetica passa anche dai porti, che in un paese peninsulare come l’Italia sono chiamati ad un ruolo da protagonisti. È quanto emerso nei giorni scorsi, durante l’evento di Rimini KEY – The Energy Transition Expo dove è stato sottolineato come questi snodi logistici non sono più solo punti di scambio commerciale o approdi turistici, ma stanno diventando veri e propri hub energetici, contribuendo significativamente alla riduzione delle emissioni e alla promozione delle energie rinnovabili. Tra le novità più rilevanti della due giorni fieristica, si è tenuta la prima edizione di Su.port – Sustainable Ports for Energy Transition, una mostra dedicata proprio al compito impegnativo e strategico che i nostri approdi stanno assumendo. Di scena poi l’eolico, con eventi a cura di ANEV, che ha sottolineato il ruolo dell’eolico offshore nella decarbonizzazione dei porti. Nel dettaglio AERO, l’Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore ha affrontato temi come portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia
La transizione energetica nei porti rappresenta una sfida complessa, ma anche un’opportunità per affermarsi come attori chiave nella costruzione di un’economia a basse emissioni. I porti stanno investendo in infrastrutture sostenibili, come l’elettrificazione delle banchine, che è fondamentale per ridurre le emissioni e promuovere la sostenibilità. Ma non solo, i porti stanno divenando i punti di riferimento per l’adozione di tecnologie innovative offshore. In generale i porti si stanno trasformando in veri e propri laboratori di innovazione, dove iniziative all’avanguardia e tecnologie emergenti, insieme a soluzioni già acquisite convergono per creare il futuro dell’energia. Solare, fotovoltaico, idrogeno, storage energetico ed efficienza energetica sono integrati in un modello di città sostenibile, in linea con gli obiettivi europei di sostenibilità ambientale ed energetica.
L’adesione agli obiettivi di sostenibilità non rientra unicamente in un dovere ambientale, ma sempre di più appare come una scelta strategica per l’Italia, volta a garantire l’indipendenza dalle forniture estere di gas, petrolio e carbone. Adeguamenti infrastrutturali e modernizzazione dei servizi portuali sono essenziali per diversificare l’offerta e promuovere la crescita del settore: molti porti stanno investendo nella produzione di energia rinnovabile, come fotovoltaico ed eolico, per alimentare le infrastrutture portuali. Inoltre i porti sono essenziali per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, fungendo da gateway per la costruzione, l’installazione e la manutenzione degli impianti. L’eolico e il solare offshore contribuiranno significativamente al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione dell’Unione Europea, offrendo opportunità di crescita industriale sostenibile. “I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l’installazione e la manutenzione degli impianti. Questi hub sono essenziali non solo per garantire l’efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche per favorire l’innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. L’adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono, infatti, determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili. Inoltre, una rete portuale moderna e ben attrezzata costituisce un volano per lo sviluppo economico delle comunità costiere e per la creazione di nuovi posti di lavoro, contribuendo così alla transizione verso un modello energetico sostenibile e a basse emissioni di carbonio” – è quanto ha dichiarato Fulvio Mamone Capria, Presidente di AERO, al termine del convegno “Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia”, organizzato da AERO in occasione della seconda giornata di Key Energy.
I porti del futuro saranno sempre più protagonisti della transizione energetica, fungendo da hub energetici multi-commodity e supportando la decarbonizzazione dei trasporti marittimi. L’Italia, con i suoi investimenti in tecnologie sostenibili e infrastrutture portuali innovative, è pronta a svolgere un ruolo chiave in questo processo, contribuendo a creare un modello energetico più sostenibile e a basse emissioni di carbonio. Il Pnrr prevede investimenti per 700 milioni di euro dedicati all’elettrificazione delle banchine, il cosiddetto cold ironing: sono previsti 44 interventi. Ma non solo, i porti possono costituire Comunità energetiche rinnovabili (CER) per produrre energia da fonti rinnovabili, principalmente destinata all’autoconsumo. Stanno adottando tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale (IA) e la robotica per migliorare l’efficienza logistica e ottimizzare le operazioni. Queste tecnologie aiutano anche a monitorare l’impatto ambientale e a gestire meglio le risorse energetiche. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha ricordato come l’Italia, attraverso il Pniec abbia intrapreso “una chiara direzione energetica, orientata alle rinnovabili e al pragmatismo che serve nella gestione delle fonti tradizionali”. La rotta tracciata vuole fare del nostro Paese un “perno nel contesto mediterraneo, un ventaglio di potenzialità per la decarbonizzazione, tra cui quella di un nucleare pulito e sostenibile” ha affermato il ministro.