I porti italiani del Mediterraneo rivestono un ruolo strategico fondamentale nel panorama dei traffici merci nazionali e internazionali, confermandosi come snodi imprescindibili per la logistica e il commercio marittimo. Nel 2024, i porti del Sud Italia hanno gestito oltre la metà del traffico Ro-Ro nazionale secondo i dati di Assoporti elaborati dal centro studi Srm di gruppo Intesa Sanpaolo, ovvero il trasporto marittimo di veicoli e mezzi pesanti, una modalità cruciale per le cosiddette “autostrade del mare”. Questo sistema rappresenta un’alternativa sostenibile al trasporto su gomma, contribuendo a ridurre la congestione stradale, le emissioni di CO2 e gli incidenti, in linea con le direttive europee ambientali. Il dato assume particolare rilievo se si considera che il Mezzogiorno pesa per circa il 20% sull’economia nazionale, mentre qui si concentra il 53% del traffico Ro-Ro, segnalando un’importanza superiore rispetto al suo peso economico complessivo.
Nel 2024, il traffico marittimo di medio raggio nel Sud ha superato i 64 milioni di tonnellate, con porti come Catania, Palermo e Salerno ai primi posti per volumi movimentati. L’Italia si conferma leader europea nel trasporto marittimo a corto raggio, con una quota di mercato del 40% nel Mediterraneo, e il traffico Ro-Ro è cresciuto del 42% nel decennio precedente. Tuttavia, le incertezze geopolitiche e commerciali, come le tensioni tariffarie dei dazi internazionali, potrebbero influenzare negativamente i flussi, soprattutto per il trasporto containerizzato. Tra i porti container italiani, Gioia Tauro si distingue come un hub di rilievo europeo, con una movimentazione di quasi 4 milioni di TEU nel 2024 e una crescita significativa rispetto agli anni precedenti. Il Mezzogiorno si conferma inoltre centro nevralgico di una rete di rotte marittime che collega l’Italia a paesi vicini come Turchia, Egitto e Albania, favorendo traffici Ro-Ro ben supportati dalle infrastrutture portuali locali.
Gli investimenti pubblici, in particolare quelli legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), hanno puntato al potenziamento delle infrastrutture portuali, con un’attenzione particolare all’elettrificazione delle banchine e alla resilienza climatica delle strutture, fondamentali per fronteggiare l’innalzamento del livello del mare. tuttavia, i fondi destinati allo sviluppo di flotte green hanno avuto un impiego limitato finora. Sul fronte energetico, i porti di Augusta e Taranto stanno emergendo come hub strategici per l’eolico offshore, integrando la sostenibilità ambientale con lo sviluppo economico e occupazionale del Sud. L’Italia, grazie alla sua posizione geografica nel Mediterraneo, si pone come un ponte logistico tra Europa, Asia e Africa, con un sistema portuale che muove circa il 40% degli scambi import-export nazionali via mare. I porti italiani sono parte integrante dei corridoi europei di trasporto (TEN-T), che ne aumentano l’efficienza e l’intermodalità, favorendo la competitività del Paese nel commercio internazionale. Il sistema portuale contribuisce in modo significativo al PIL nazionale e rappresenta un asset strategico per la crescita economica e la sostenibilità ambientale.